L’esperienza di stage in Irlanda, così come in altri Paesi europei, può generare difficoltà di ambientazione da parte dello stagista: non è un impiegato regolare dell’azienda, ma non è più nemmeno uno studente nella propria facoltà universitaria.
Tale situazione non è sempre esente da problemi di adattamento, soprattutto quando la barriera della lingua inglese, può accentuare eventuali difficoltà.
In questo contesto è fondamentale la figura del tutor, ossia la persona responsabile per il tirocinante all’interno dell’azienda. Il tutor è un costante punto di riferimento, sia per l’aspetto formativo sia per quello sociale e di ambientamento.
Vediamo insieme alcune caratteristiche dello stage in Irlanda.
Durante il programma di work placement, all’interno del periodo universitario, viene richiesto di redigere delle relazioni scritte a scadenze prefissate per dare al tutor la possibilità di valutare il buon andamento ed i progressi effettivi del programma. In questo modo è possibile affrontare eventuali problemi ed intervenire su quei fattori che impediscono la reciproca soddisfazione.
Al termine del programma di stage viene richiesta anche una relazione conclusiva, che solitamente non eccede le 15-20 pagine, nella quale viene descritta l’esperienza appena conclusa. Tale relazione è esaminata dal tutor che, a sua volta, deve completare una valutazione dell’esperienza dello stagista. Entrambi i documenti verranno poi sottoposti all’università per una ulteriore valutazione.
L’azienda che organizza lo stage, inoltre, valuta l’esperienza conclusa e generalmente rilascia un attestato al tirocinante. È compito del proprio relatore, all’interno dell’università, decidere se il materiale prodotto alla fine dello stage sia meritevole o meno di un riconoscimento accademico.
Un requisito fondamentale per chi cerca uno stage in Irlanda è una buona padronanza della lingua inglese, sia parlata sia scritta. Non è generalmente richiesta nessuna certificazione, ma il candidato deve dimostrare, durante il colloquio preliminare, di essere in grado di comunicare ed esprimersi correttamente, saper scrivere, seguire una conversazione dal vivo o al telefono.
In casi di aziende che lavorano con l’Italia, anche se le mansioni lavorative prevedono contatti quasi esclusivi con interlocutori italiani, il training preliminare, generalmente organizzato dalle aziende, è comunque tenuto in inglese.
Il modo migliore per superare i problemi iniziali consiste nello sfruttare al massimo le attività extralavorative che l’impresa o il proprio gruppo di lavoro offre. Si tenga, inoltre, presente che l’importanza attribuita alla vita sociale ed al tempo libero fa sì che gli contribuiscano a rendere piacevole l’atmosfera nell’ambiente lavorativo.
Le dimensioni dell’azienda giocano, però, un ruolo decisivo. Un’azienda piccola con pochi impiegati agevola l’integrazione del tirocinante, tuttavia, dal punto di vista professionale può essere meno gratificante in quanto può essere richiesto di svolgere mansioni diverse a seconda delle necessità del momento. Aziende più grandi, oltre a promuovere un maggior numero di programmi di work placement, garantiscono la partecipazione a progetti più specifici e dettagliati ed hanno maggiori possibilità di sostenere economicamente il tirocinante.
Una volta ultimato lo stage ci sono buone possibilità che l’azienda offra un contratto a tempo determinato o permanente se il tirocinante si è integrato con successo, ha svolto un lavoro giudicato positivamente ed ha mostrato intraprendenza e spirito di iniziativa.
L’azienda valuta sostanzialmente il contributo che il candidato è in grado di fornire in chiave futura.