Per molti lavoratori italiani, con figure professionali specialistiche e altamente qualificate, può essere interessante sperimentare un periodo di lavoro in Irlanda: architetti, infermieri, biologi, assistenti sociale o avvocati, solo per citarne alcuni. Ma con un’abilitazione professionale in Italia come si può lavorare in Irlanda?
Secondo le normative europee è previsto un sistema generale di riconoscimento dei titoli professionali che si applica a tutte le professioni regolamentate e ai lavoratori, sia dipendenti che autonomi, cittadini di un Paese membro. Tuttavia il campo di applicazione delle direttive varia da Paese a Paese.
In generale ci sono tre casi in cui non è necessario alcun riconoscimento del titolo professionale, ovvero la possibilità di svolgere tranquillamente la propria professione alle stesse condizioni dei cittadini di quel Paese:
In tutti gli altri casi, occorre ottenere il riconoscimento del proprio titolo presentando una domanda formale all’autorità competente irlandese per verificare che:
Le domande di riconoscimento vanno presentate all’autorità competente e tutti i documenti che verranno allegati dovranno essere forniti in originale o in copia autenticata.
Le autorità irlandesi hanno la facoltà di richiedere i documenti tradotti nella lingua ufficiale e che la traduzione sia effettuata da un traduttore giurato o riconosciuto da un’autorità competente locale.
In alcuni casi potrebbe essere richiesta una certificazione sulle conoscenze relative alla lingua inglese, nel caso in cui una buona padronanza della lingua sia indispensabile per un corretto esercizio della professione, come ad esempio uno stretto contatto col pubblico.
Dopo aver presentato la domanda all’autorità competente, ci si può imbattere in 3 casi differenti. Vediamoli nel dettaglio insieme agli iter da seguire.
Se si tratta della stessa professione e le formazioni sono sostanzialmente simili, l’autorità competente riconosce i titoli presentati.
Può capitare che le autorità individuino delle differenze sostanziali nelle professioni oppure nella durata o nel contenuto delle formazioni. In questo caso potrebbe richiedere una forma di compensazione.
Le situazioni più comuni sono:
Ricordatevi che, secondo le normative europee, l’istituzione può imporre una sola misura di compensazione e deve in ogni caso prendere in considerazione l’esperienza professionale che il candidato ha maturato nel proprio Paese di origine o in qualsiasi altro Paese membro: questo aspetto è fondamentale perchè proprio l’esperienza acquisita può essere lo strumento in grado di ridurre la misura di compensazione prevista o evitarne l’applicazione.
L’autorità competente ha a disposizione quattro mesi per esaminare la vostra domanda e prendere una decisione.
Nel caso in cui le autorità respingano la vostra domanda, è possibile fare ricorso: è un iter che permette di verificare la conformità della decisione con il diritto comunitario.