A partire dal 1884, un certo numero di intellettuali, scrittori, poeti portarono avanti il discorso culturale per dare maggiore consistenza all’identità degli irlandesi. Si assistette allora alla creazione della Lega gaelica di salvaguardia della lingua, dell’ Associazione atletica gaelica per promuovere gli antichi sport irlandesi, e infine dell’Irish Literary Theatre intorno a Lady Gregory e al poeta Yeats.
Apparvero anche nuovi partiti politici, tra i quali, nel 1905, il Sinn Fein (“Solo Noi” in gaelico). Questo preconizzava una politica astensionista al parlamento inglese. Numerosi irlandesi si unirono al Sinn Fein, tra i quali soprattutto i militanti dell’Irish Republican Brotherhood (la tradizione feniana).
Dopo le elezioni generali del 1910, il vecchio partito dell’Home Rule fu di nuovo in posizione d’arbitro alla Camera dei Comuni. Lo Sinn Fein non ottenne i voti sperati, poiché gli elettori avevano giudicato che la vecchia strategia dell’Home Rule era migliore rispetto a un’ipotetica e lontana indipendenza.
Nel 1913 nacque l’Ulster Volunteer Force i cui sostenitori erano disposti a dare la vita vita purchè le sei contee dell’Ulster rimanessero annesse al Regno Unito.
Gli unionisti dell’Ulster si organizzarono militarmente in seno all’UVF (Ulster Volunteer Force) per lottare più duramente contro l’Home Rule. Questo fu il famoso grido di Edward Carson: “Not an inch!” (“Non un altro centimetro di concessioni ai cattolici!”). l nazionalisti irlandesi risposero creando le loro milizie armate: i Nationalist Irish Volunteers.
Da parte sua, per difendere il grande sciopero del 1913 a Dublino, il leader sindacalista James Connolly diede luogo a un battaglione operaio armato la Citizen Army. Alla vigilia della prima guerra mondiale, la situazione era esplosiva, ogni parte si armava per difendere posizioni radicalmente opposte.
Nel 1914, Re Giorgio V firmò infine il decreto di applicazione dell’Home Rule che vide la propria messa in opera solo alla fine del conflitto mondiale che stava per iniziare. Vi lasciamo immaginare la delusione, immensa, dei nazionalisti.
Ma la situazione della guerra mondiale segnò il passo sul rischio di guerra civile: se i protestanti sostenevano senza riserve lo sforzo di guerra della Gran Bretagna, i repubblicani erano divisi, e alcuni tra loro cercarono addirittura l’appoggio della Germania.
Nel 1916, nonostante un’assenza di consenso tra i capi repubblicani, scoppiò un’insurrezione a Dublino con appena 2.500 partecipanti. La Posta Centrale fu occupata dagli Irish Volunteers e dalla Citizen Army. James Connolly e Patrick Pearse proclamarono la repubblica con una celebre dichiarazione. La resistenza alle armate britanniche durò una settimana, poi i ribelli dovettero arrendersi.
Tutti i capi repubblicani vennero fucilati, a eccezione di Eamon De Valera, risparmiato grazie alla sua nazionalità americana. La repressione fu spietata. James Connolly, ferito durante i combattimenti, venne fucilato seduto, fatto che indignò l’opinione pubblica già in stato di shock. Per quanto quest’ultima non fosse particolarmente favorevole all’insurrezione, questo avvenimento la portò completamente dalla parte dei rivoltosi.
Il Sinn Fein nominò De Valera, nonostante fosse prigioniero, capo del partito. La goccia che fece traboccare il vaso fu la decisione governativa di estendere la coscrizione all’Irlanda. Risultato: alle elezioni generali del 1918, 73 dei 105 eletti a Westminster erano membri del movimento indipendentista Sinn Fein.