Possiamo affermare che la musica tradizionale irlandese è un fenomeno complesso e variegato, come tutti i generi popolari.
Per capirne tutte le sfaccettature e le caratteristiche abbiamo raccolto i 10 gruppi fondamentali (e i relativi personaggi che li compongono), che hanno cambiato radicalmente la musica irlandese dagli anni ’60 in poi.
Grazie a loro la musica tradizionale irlandese non viene più suonata soltanto nelle pub session (fenomeno che si sviluppa a Londra nel 1947) e con le ceili band nelle balere per accompagnare i balli di gruppo. Infatti, pur non perdendo questi due elementi vitali, che costituiscono un primo revival, da fine ‘800 alla prima metà del ‘900, la musica acquisisce una nuova dimensione, legata al puro ascolto, con un occhio di riguardo agli arrangiamenti, alle innovazioni stilistiche e agli strumenti musicali.
Questo periodo, dagli anni ‘60 per tutta la durata degli anni ‘70, viene chiamato secondo revival.
O’Riada fu un grande compositore e divenne la figura più importante per il revival della musica tradizionale irlandese negli anni ’60: nei suoi programmi radiofonici fece di tutto per salvare e mantenere viva la tradizione.
Nel 1961 fondò i Ceoltóirí Chualann, il primo gruppo nato non per competere o per far ballare ma che propose arrangiamenti di musica tradizionale, dove O’Riada suonava il clavicembalo e il bodhran (di cui dobbiamo proprio ad O’Riada la popolarità).
Fu la prima volta che il pubblico irlandese assistette all’esecuzione di musica irlandese suonata da un gruppo. O’Riada scoprì musicisti del calibro di Paddy Moloney e Sean Potts.
Ó Riada sa Gaiety with Seán Ó Sé and Ceoltóirí Chualann
Sono considerati gli ambasciatori della musica irlandese nel mondo.
Fondati da Paddy Moloney (che usciva dai Ceoltóirí Chualann), Sean Potts e Michael Tubridy nel 1962, nel 1975 composero alcune musiche per Barry Lyndon, il capolavoro di Stanley Kubrik: questo li consacrò come stelle internazionali della musica tradizionale irlandese.
E’ particolarmente interessante quella parte del loro percorso artistico che li ha portati ad aprirsi e confrontarsi con altri generi totalmente diversi come la musica cinese, messicana, country, di Terranova e del Labrador e rock’n roll, collaborando con musicisti e cantanti di ogni nazione come Van Morrison, Mick Jagger, Sting, Tom Jones, Mark Knoplfler, Carlos Nunez, Paolo Nutini, Ziggy Marley e i nostri Eros Ramazzotti ed Elio e le Storie Tese.
Chieftains 4
Un gruppo seminale per quel che riguarda l’utilizzo di arpeggi di chitarra sovrapposti, l’accordatura delle chitarre (Michael e Daithi sono stati i primi a usare l’accordatura dadgad nel genere) e gli arrangiamenti vocali, tutti elementi che andranno ad influenzare la produzione discografica irlandese successiva.
Fondati nel 1970 dai fratelli Mícheál Ó Dhomhnaill (chitarra), Maighread (voce) e Tríona Ní Dhomhnaill (voce e clavicembalo) con l’amico Dáithí Sproule (chitarra), subirono la fortissima influenza della musica pop e folk dell’epoca, tra cui i Beatles.
Incisero un unico meraviglioso disco nel 1971 dove possiamo ascoltarli “eseguire meravigliosamente delle canzoni in gaelico”.
Skara Brae, Beautifully performed Gaelic songs
Con la loro formazione il destino della musica irlandese è segnato: con loro nasce infatti un nuovo modo di concepire un gruppo trad e ancora oggi rimangono il gruppo più influente di questo genere.
Fondati nel 1975 da Donal Lunny, che poi invita ad unirsi a loro alcuni musicisti eccezionali del calibro di Paddy Keenan, Matt Molloy, Paddy Glackin (poi sostituito dai mostri sacri Tommy Peoples prima e Kevin Burke poi), Mícheál Ó Domhnaill e Tríona Ní Dhomhnaill (questi ultimi due reduci dagli Skara Brae), ricevono immediatamente un grandissimo successo sia di pubblico che di critica.
Incidono tre dischi in studio e un live e si sciolgono nel 1979 ma i musicisti (cosa abbastanza comune nell’ambito trad) non smetteranno mai di collaborare tra di loro.
Donal Lunny è ad oggi considerato il Quincy Jones della Musica irlandese, avendo prodotto, scoperto e indirizzato gran parte dei musicisti irlandesi.
Old Hag You Have Killed Me
Nascono non ufficialmente nel 1971 quando Christy Moore per la realizzazione del suo secondo disco, Prosperous, chiama i musicisti Dónal Lunny, Andy Irvine e Liam O’Flynn.
Da quelle sessioni nasce la voglia di unire le forze in uno dei più famosi e in un certo senso sperimentali, gruppi folk irlandesi del secondo revival della musica tradizionale irlandese (‘60-‘70).
La loro musica è un intenso susseguirsi di intricate armonie eseguite con chitarra, mandolino e bouzouki (che qui trova la sua apoteosi) condite dalla profonda voce di Christy Moore e dall’incredibile bravura di Liam O’Flynn con l’introduzione sporadica ma costante di melodie e ritmi dell’Europa dell’Est.
The Well Below the Valley.
Fondati da Johnny Moynihan, Andy Irvine e ‘Galway Joe’ Dolan (poi rimpiazzato da Terry Woods) a metà degli anni ’60, cavalcano il periodo del revival insieme a gruppi come i Dubliners e i Clancy Brothers.
Eseguono un repertorio folk radicale senza limitarsi esclusivamente alla sola tradizione irlandese ma aggiungendo nel repertorio brani americani e scozzesi.
Johnny Moynihan è noto per aver introdotto il bouzouki greco in Irlanda cambiandone l’accordatura e le modalità esecutive.
The Tracks of Sweeney
Andrebbe scritto un articolo a parte intitolato “le dieci meraviglie dei De Dennan” e si dovrebbe comunque fare una selezione.
Frankie Gavin (violino), Alec Finn (chitarra, bouzouki), Johnny “Ringo” McDonagh (bodhrán) e Charlie Piggott (banjo) erano un gruppo di amici che frequentavano le session del Hughes’s Pub di Spiddal (Co. Galway): decisero di formare un gruppo e di chiamare l’amica Dolores Keane.
I De Dannan sono stati una vera fucina della tradizione, Frankie Gavin è tutt’ora considerato il più grande violinista del mondo. Alec Finn è stato tra i primissimi ad adottare il bouzouki greco prima che questo venisse modificato, continuando a suonare la versione greca bombata a tre corde doppie. Charlie Piggot, oltre che un eccelso organettista, è la figura più importante e di riferimento per chi suona il banjo. Ultimo ma non ultimo Johnny “Ringo” McDonagh, che ha portato il bodhran in una nuova piattaforma esecutiva, inventando tra le altre cose il colpo sul rim, la modulazione della pelle, l’uso delle spazzole per batteria e l’idea del bodhran accordabile.
Selected Jigs Reels and Songs
“Clan” vuol dire famiglia e infatti i fratelli Ciarán, Pól, e Máire Uí Bhraonáin (Brennan) e i loro zii gemelli, Noel e Pádraig Ó Dúgáin (Duggan) sono una vera e proprio famiglia che vive a Gweedore, un villaggio di contadini del Donegal.
I Brennan nascono in un ambiente artistico unico, con una madre musicista e un padre, Leo, attore, che decide di mettere radici e comprare un pub, l’oggi famosissimo Leo’s Tavern, dove i fratelli cominciano ad esibirsi proponendo brani pop dell’epoca ma coltivando incessantemente l’amore per le tradizioni musicali locali.
Nel 1970 vincono il primo premio al festival folk di Letterkenny che consiste nella produzione di un disco, il loro primo lavoro, che per varie vicissitudini uscirà solo nel 1973.
Ma è con il secondo disco del 1975 che si riveleranno più maturi, con arrangiamenti sperimentali, canzoni in gaelico ma sempre in ambito folk.
Nel 1981 con il disco Fuaim, fa capolino sulla scena irlandese la loro sorellina, Eithne Ní Bhraonáin (il cui nome si pronuncia “Enya”) che suona le tastiere e canterà alcuni brani. Il disco segna anche lo spartiacque tra il folk tradizionale e la loro nuova era “elettrica”, cominciando ad allontanarsi dalla tradizione irlandese per addentrarsi con un certo successo nel mondo pop e delle colonne sonore.
Clannad 2
Quando mi è stato chiesto di scrivere questo elenco ho pensato immediatamente alla musica strumentale così poco conosciuta in Italia: non bisogna dimenticare però che le canzoni sono uno dei veicoli più importanti per tramandare le tradizioni dei popoli della terra. L’Irlanda in questo non è assolutamente da meno avendo condizionato praticamente tutta la musica americana dalla seconda metà dell’800 in poi.
In particolare Clancy Brothers furono così influenti da essere considerati parte del movimento di rinascita del folk americano al pari di artisti come Woody Guthrie, Pete Seeger, i Carter Family e il giovane Bob Dylan fu profondamente influenzato dalla loro musica.
Quasi tutti emigrati tra Canada e Stati Uniti nel dopo guerra, il gruppo comincia ad esibirsi a New York e a registrare le prime cose insieme al loro amico Tommy Makem anche lui emigrato.
Vengono notati da un talent scout che li porta a suonare all’Ed Sullivan Show dove si presentano con i loro iconici maglioni delle Aran, che non abbandoneranno mai più.
Da lì il successo è immediato: firmano un contratto quinquennale con la Columbia e incidono il primo di una lunga serie di dischi, pieni di canzoni tradizionali, un vero tesoro per chi è in cerca di storie da raccontare.
Oltre 40 anni di carriera, decine di dischi e un’eredità ancora viva fanno dei Clancy Brothers e Tommy Makem uno dei più famosi e longevi gruppi di musica folk irlandese.
A Spontaneous Performance Recording
Nel 2012 hanno festeggiato 50 di carriera e, sebbene moderatamente e con varie formazioni differenti, ancora si esibiscono.
Probabilmente è il gruppo più famoso e forse un po’ ingiustamente quello che, in paesi non irlandesi, viene associato al bere e al fare baldoria: è vero che i suoi componenti non furono di certo fulgidi esempi di temperanza e morigeratezza ma è anche vero che furono dei grandi ricercatori di canzoni e grandissimi esponenti della cultura irlandese e in particolare dublinese.
Cantano le canzoni del popolo ma anche canzoni di cantautori come Ewan MacColl, Phil Coulter e Patrick Kavanagh che entrano automaticamente a far parte del repertorio folk.
Due dei loro cantanti sono diventati vere e proprio leggende: Luke Kelly (su cui andrebbe speso un capitolo a parte) e Ronnie Drew. Quest’ultimo nasce come attore, per un periodo insegna inglese in spagna, dove impara anche a suonare la chitarra e tornato in Irlanda, insieme a Luke Kelly, Barney McKenna e Ciaran Bourke, nel 1962 fonda il Ronnie Drew Group. Ma il nome non gli piace e lo cambia in Dubliners: cominciano quindi ad esibirsi in vari pub della città fino ad approdare al festival di Edimburgo dove la BBC gli dedica uno speciale.
Ottengono così una forte visibilità che gli fa guadagnare il loro primo contratto discografico che consacra il loro successo internazionale, e anche se in America non riusciranno ad offuscare la fama degli amici Clancy Brothers, si esibiranno comunque all’Ed Sullivan Show ottenendo un ottimo successo.
Tutti amano Ronnie Drew, la sua cultura, il suo umorismo e la sua profonda ma tagliente voce e nel 2008, anno della sua morte, gli viene dedicata una ballata, The Ballad of Ronnie Drew, scritta da Robert Hunter, Bono, the Edge e Simon Carmody.
Alcuni dei cantanti eternamente grati a Ronnie Drew e ai Dubliners sono: U2, Sinéad O’Connor, Robert Hunter dei Grateful Dead, i Kíla, Christy Moore, Andrea Corr, Moya Brennan, Shane MacGowan, Bob Geldof, Paul Brady, Paddy Casey, Mick Pyro, Mundy, Chris de Burgh, Ronan Keating, Mary Black, Declan O’Rourke, Joe Elliott of Def Leppard e i Chieftains.
The Dubliners (1964)
Testi a cura di Marzio Venuti Mazzi