Il vasto corpus cantato della musica irlandese può essere suddiviso in due categorie, basate sulla lingua: all’inizio in irlandese, in seguito in inglese. Il canto in lingua irlandese è di certo il più antico, ma nulla si sa di ciò che cantavano i bardi: l’opera più dettagliata sulla questione, “The Irish Song Tradition” di Seàn O’ Boyle, si ferma al XII secolo.
In genere si ritiene che le categorie dei musicisti e dei bardi, ben distinte in origine, si andarono gradualmente fondendo in un’unica corporazione di poeti, che risentiva probabilmente dell’influenza delle canzoni provenzali di corte di importazione anglo-normanna della fine del XIII secolo. Alcuni di questi poeti erano anche musicisti itineranti e arrivarono ad insegnare nelle famose hedge-schools.
In un certo senso questa evoluzione preannunciava anche la grande moda delle ballads che, nate nella seconda metà del XVIII secolo, iniziarono a diffondersi verso la metà del XIX secolo, ma con una differenza fondamentale, la lingua di composizione.
L’influenza linguistica dell’inglese si deve soprattutto alla Grande Carestia della metà del XIX secolo, e alla conseguente scomparsa di centinaia di migliaia di irlandesi di lingua gaelica: è in quest’epoca che scompare la maggior parte del corpus cantato di musica tradizionale irlandese.
Verso la metà del XIX secolo si assiste inoltre all’apogeo di un genere musicale nato nel secolo precedente che mescola le due lingue, detto Irish macaronic verse: più comune nella regione di Munster che nel resto d’Irlanda, la parte in gaelico raramente si limitava a tradurre il testo inglese, essendovi invece per lo più l’intenzione di prendere in giro (più o meno apertamente) gli anglofoni, mediante ritornelli molto accattivanti e orecchiabili.
Gli esempi sono ancora oggi relativamente numerosi, sebbene nella maggior parte dei casi solo il ritornello sia in gaelico.
Thomas Davis, leader del Movimento Giovane Irlanda, è oggi considerato uno dei primi iniziatori di questa nuova tendenza. Davis, che aveva fondato con Gavan Duffy e John Blake Dillon il giornale The Nation nell’ottobre del 1842, richiese ai propri lettori di comporre nuovi testi a carattere militante su melodie conosciute, al fine di rendere più agevole la loro diffusione.
Il grande successo incontrato da questo progetto, consistente nell’utilizzo di melodie conosciute per diffondere un messaggio, poteva perdurare solo se custodito da un pubblico letterato, anglofono e conscio dell’importanza del fatto culturale cui partecipava. Tutte le nuove ballads furono composte in inglese, e non si conoscono che pochi esempi di ballads militanti in gaelico.
E’ a quest’epoca che risalgono i grandi classici del genere, come “The West’s Awake” o “A Nation Once Again”, che diventeranno in seguito cavalli di battaglia e mezzo di sostentamento di tanti gruppi di musica irlandese, come ad esempio i Wolfe Tones.
Il termine ballade in francese, e ballad in inglese (dal provenzale ballada, canzone da danza – da cui lo spagnolo bailar, l’inglese ball ed il francese bal) sottintende in genere una canzone dall’andamento calmo ed a carattere narrativo:
“La ballad, così come oggi è concepita, non è tale se non ha modo di circolare oralmente (…). La ballad è una canzone popolare, e pertanto sottoposta a tutte le condizioni di composizione e di trasformazione proprie di questa categoria, sebbene se ne distingua per il contenuto e per l’argomento. Definita nel modo più semplice, la ballad è una canzone popolare che racconta una storia (…) Quella che oggi chiamiamo ballad è sempre una narrazione, cantata sempre su una melodia a carattere circolare e trasmessa oralmente piuttosto che in forma scritta.”
Il termine ballad riveste tuttavia in Irlanda un carattere particolare: anche se con caratteristiche narrative e cantata su una melodia semplice, essa ha implicito il carattere, sin dalla sua nascita verso la metà del XIX secolo, di canzone a carattere tipicamente militante, più spesso di tipo nazionalista, e solo talvolta (comunque molto più raramente) di tipo unionista.
Testi tratti dagli articoli di Alfredo De Pietra