Il bodhran è un tamburo di pelle di capra percosso con una piccola bacchetta di legno.
Mantenuto diritto sulle ginocchia, il musicista tiene il bastoncino nella mano destra come se fosse una penna, colpendo la pelle alternativamente con le due estremità, unicamente con i movimenti del polso.
Se si riesce a far colpire di rimbalzo la pelle con l’estremità “alta” del bastoncino si possono ottenere ritmi particolarmente complicati, mentre con l’altra mano (la sinistra) si possono ottenere varie sfumature e tonalità di suono premendo la pelle dal di dietro.
La quasi totale scomparsa del bodhràn intorno al 1950 potrebbe forse essere ricollegata al termine stesso di bodhràn, che in gaelico moderno significa “persona sorda” o “assordante”, il che la dice lunga sulla sua reputazione…
La dimostrazione della vitalità di questo strumento si può dedurre dalle varie modalità con cui esso è suonato nell’Irlanda di oggi. Alcuni musicisti preferiscono accompagnare le melodie nella maniera più semplice e sobria possibile.
Altri, più estroversi, cercano quasi di imitare i batteristi jazz o rock, servendosi anche degli spigoli e dei bordi dello strumento, che arrivano a percuotere con qualsiasi tipo di oggetto.
Semplice in apparenza, il bodhràn attira un numero sempre più grande di musicisti desiderosi di integrarsi nelle sessions dei pubs senza imbarcarsi in tentativi di apprendimento lunghi e fastidiosi; vi è inoltre un numero sempre crescente di batteristi rock che aggiungono al proprio repertorio questo strumento.
Testi tratti dagli articoli di Alfredo De Pietra