La Grande Carestia

Dal 1845 al 1848, la peronospora, malattia della patata, distrusse la maggior parte delle coltivazioni condannando l'isola a un lungo periodo di carestia.
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Dal 1845 al 1848, la peronospora, malattia della patata, distrusse la maggior parte delle coltivazioni. La carestia non tardò a scoppiare violenta, provocando diverse epidemie (tifo, dissenteria, scorbuto). La gente moriva a decine di migliaia, ai bordi delle strade. Si ritrovavano cadaveri con l’erba in bocca.

Durante questo periodo, il commercio con l’Inghilterra continuava tranquillamente, visto che Londra aveva rifiutato di bloccare l’esportazione di viveri nonostante le circostanze. l diari di porto attestano che, per un battello che arrivava pieno di viveri per gli affamati, ne partivano sei pesantemente caricati a grano o a bestiame, diretti in Inghilterra.

Esecuzione di uno fratto durante la carestia
Esecuzione di uno fratto durante la carestia

Vagamente inquieto, il governo inglese fece addirittura votare una legge che autorizzava in Irlanda la mensa dei poveri! Ma la fama del Paddy inattivo e sfaccendato spinse alcuni deputati alla Camera dei Comuni a consigliare, al contrario, di “abbandonare I’lrlanda all’azione delle “cause naturali”, per non incitare un popolo indolente a vivere della pubblica carità”!

Per permettere agli operai agricoli senza lavoro e ai contadini rovinati di guadagnare qualche soldo, il governo inglese organizzò anche lavori di pubblica utilità che consistevano nel ripulire i campi dalle pietre e nel costruire con esse muretti per qualche pence al giorno (ecco dunque l’origine di quei romantici paesaggi dell’Ovest!).

Vi lavorarono fino a 700.000 persone. Altre 300.000 vennero ospitate nelle workhouses (ospizi). Non potendo pagare gli affitti, molti sfortunati vennero sfrattati a opera dell’esercito. Per i superstiti, una sola speranza: i porti.
Centinaia di migliaia di persone si ammassarono come “carico di ritorno” a bordo delle navi dirette in America, presto soprannominate coffin-boats (navi-bara) a causa dell’elevato livello di mortalità a bordo. Si capisce perché gli americani di origine irlandese non sono particolarmente entusiasti dei British.

Distribuzione di viveri

Le conseguenze sul piano economico e umano della carestia e dell’emigrazione furono disastrose: in 10 anni, la popolazione dell’isola passò da 8.500.000 abitanti a 6.000.000 (il movimento si accentuò negli anni che seguirono fino ad abbassare il numero a 4.000.000 di abitanti all’inizio del XX secolo).

Decimando le popolazioni rurali, la Grande Carestia fece per la distruzione della lingua gaelica più che cinque secoli di occupazione inglese. Al giorno d’oggi, l’Irlanda è il solo paese d’Europa la cui popolazione è diminuita dall’inizio del XIX secolo.

Un aneddoto per finire con questa triste pagina di storia. Ci si potrebbe chiedere perché certi irlandesi si chiamano O’Rourke e O’Farrell e altri semplicemente Rourke e Farrell. La spiegazione più accreditata (anche se non abbiamo trovato conferma scritta) è che il governo inglese, al momento della Grande Carestia, aveva deciso di accogliere alla mensa dei poveri soltanto quelle famiglie che avessero accettato di rinunciare alla loro “O”, con l’intento evidente di indebolire ancor più l’identità irlandese.